Le tappe
Arrivo e visita alla chiesetta S. Nicolò dei Greci
La cosiddetta "chiesa greca"
Arrivate a Lecce intorno alle 11.00 parcheggiamo alle spalle del noto Hotel Tiziano, all’entrata della città (vedi info per parcheggiare nella sezione info utili).
Entriamo nel centro storico da Porta Napoli, che è lungo il Viale dell’Università, e ci addentriamo tra le stradine dominate dalla pietra leccese. Passeggiando scorgiamo una piccola chiesa in Piazzetta Chiesa Greca e ci avviciniamo incuriosite. Pur essendo trascorso mezzogiorno la troviamo ancora aperta e la visitiamo pagando un ticket di 2 €. La chiesa è quella di S. Nicolò dei Greci, detta “chiesa greca”, che ancora oggi è la parrocchia della comunità albanese a Lecce. Nel Salento sin dal XV secolo sono presenti comunità albanesi, spinte in Italia a causa delle persecuzioni turche. L’attuale costruzione risale al 1765 e presenta una facciata molto semplice in stile tardo barocco. Nell’interno, l’unica navata con copertura a volta, presenta le caratteristiche tipiche della liturgia orientale; l’iconostasi divide la zona dell’altare da quella dei fedeli ed è ricco di icone come le tre tavole a fondo oro della Vergine col Bambino, di Cristo Sommo Sacerdote, di San Giovanni Battista e San Nicola di Myra.
Basilica di Santa Croce
Simbolo del barocco leccese
Continuando a passeggiare nel centro storico, il sole si fa caldo e amplifica la luminosità della pietra leccese che è ovunque intorno a noi e impreziosisce ogni dettaglio, un balcone, una parete, uno stipite, una facciata. Seguendo la segnaletica verso la centrale P. zza S. Oronzo, facciamo tappa alla meravigliosa Basilica di Santa Croce, accanto a Palazzo Adorno (ex monastero dei Celestini). Gli occhi non sanno dove posarsi davanti ad una tale magnificenza barocca! La facciata è un’apoteosi di elementi decorativi che non stancano chi guarda ma invitano a stare col naso in su cercando di scovare con gli occhi gli infiniti dettagli di un racconto scolpito nella pietra. Il racconto probabilmente è quello connesso a una celebrazione della vittoria nella battaglia di Lepanto (1571) nella quale le potenze occidentali avevano avuto la meglio sull'Impero ottomano, con grandi benefici commerciali per la Terra d’Otranto. I telamoni vestiti da turchi probabilmente alludono ai prigionieri catturati dalla flotta durante la battaglia, gli animali raffigurati sotto la balaustrata alluderebbero invece alle potenze cristiane alleate. Se siete interessati ad approfondire gli aspetti storico-artistici di questa chiesa vi consigliamo di visitare la basilica con una guida (anche stampata) vista la complessità del sito. Non è la prima volta che siamo a Lecce e non è la prima volta che ammiriamo questa facciata, ma non smettiamo di contemplarla con il suo meraviglioso rosone.
Non un semplice pranzo da Bros'
...ma un'esperienza sensoriale
Ore 13.00, lo stomaco borbotta. Alle 13.15 abbiamo prenotato il nostro tavolo al ristorante BROS’ e con molta tranquillità ci rechiamo lì per il pranzo. Il ristorante è a uno schioppo da P. zza S. Oronzo, lo si raggiunge passando davanti all’anfiteatro romano ed immettendosi poi su Via degli Acaya dove lo si raggiunge al civico n° 2. Suoniamo e siamo gentilmente accolte per essere accompagnate al tavolo che è accanto ad un finestra che si affaccia su un vicolo (e questo ci piace assai!). Il locale è piccolo ed accogliente, pochi tavoli sistemati in una saletta in pietra leccese, l’arredo è essenziale, sui toni pacati del beige e del tortora, carine le lampade applicate al muro. Concedeteci queste digressioni estetiche perché…siamo donne. Il menù (graficamente molto originale e raffinato…altra digressione…) si rivela molto interessante perché propone sapori mediterranei e tradizionali rivisitati in chiave moderna. Capiamo che ciò che ci apprestiamo a fare non è un semplice “pranzo” ma un’esperienza sensoriale, leggendo questa frase che è stampata sul menù: “L’essenziale è visibile al gusto. Gli chef ricordano che Bros’ è soprattutto un’esperienza reale per i vostri sensi. Per questo motivo suggeriscono di contaminarla il meno possibile con interferenze digitali e vi invitiamo a concentrarvi totalmente sul cibo e su chi è seduto accanto a voi. Buon viaggio”. Veniamo subito coccolate con un assaggio di ottimo pane fatto in casa accompagnato da una crema di olio (az. Muraglia) e farina. Poi delle stuzzicanti olive nere che richiedono, prima e dopo, l’uso di salviette calde al profumo di citronella. Tra i piatti ci colpiscono in modo particolare l’antipasto a base di cipolla, bottarga e pecorino fuso: il tutto si rivela un’esplosione di colori e profumi. Anche i primi si propongono allo stesso modo: spaghettone con tartare di gambero rosso e pomelo (simile al pompelmo ma meno amaro) e sagne secche con pomodoro giallo e ricotta scante, praticamente una rivisitazione più delicata delle tradizionali sagne ‘ncannulate leccesi. Prima del secondo piatto, una sorpresa! Ci viene servito come sorbetto un elisir a base di àloe e zenzero: beh, buono! Proseguiamo con il secondo, molto particolare anche come presentazione: quadrotto di melanzana, ricoperta di alloro liofilizzato, accompagnata da pennellate di cioccolato bianco e buccia di melanzana bruciata. Il piatto si presenta agli occhi come un quadro astratto, un quadro che, ahimè, siamo costrette a distruggere con le nostre forchette! Ci facciamo riportare il menù perché, dopo tante piacevoli sperimentazioni, siamo curiose di provare il dessert. Ci viene detto che dovremo aspettare un po’ per la preparazione: ma noi non abbiamo fretta! In realtà l’attesa viene piacevolmente intervallata da un’altra piccola sorpresa, perché ci viene servita una “composizione” di frutta Bros immersa in una tiepida tisana con zenzero, cannella e frutta: per l’aspetto la foto della gallery parla da sé, per il sapore fidatevi del nostro “Wow!”. Concludiamo in bellezza con una dolce meraviglia (non avevamo dubbi!), un sufflè alla barbabietola accompagnato da una quenelle di gelato al latte di pecora su base di barbabietola e da cubetti di barbabietola in aceto e cumino. Il sufflè è simpaticamente poggiato su un letto di paglia e assaporandolo offre un insieme delicato di aromi e colori, quasi un gioco di un alchimista del cibo.
P.S. Non possiamo non segnalarvi a Piazza Sant’Oronzo lo storico Caffè Alvino, quasi un simbolo di questa città. Potreste decidere, dopo il pranzo o nel pomeriggio, di gustare un ottimo caffè seduti all’esterno affacciati sulla piazza. È d’obbligo da Alvino assaggiare i mitici pasticciotti (dolci tipici salentini) fatti di pasta frolla e crema pasticciera o acquistarne un vassoio da portarne a casa.
Ipogeo di Palazzo Taurino
La Lecce medievale
Dopo il pranzo abbiamo il tempo per girovagare un altro po’, quindi torniamo verso la basilica di Santa Croce ed incuriosite decidiamo di visitare l’ipogeo di Palazzo Taurino, di recente inaugurazione. Sino a poco tempo fa il palazzo ospitava un ristorante ma ora vi è stato allestito il Medieval Jewish Lecce, una sede museale che vuole rendere visibile le testimonianze della presenza di una cospicua comunità ebraica in epoca medievale nella città di Lecce. Paghiamo il ticket di 5 € per avere il servizio di una guida (senza guida il ticket è di 3 €). La visita è molto interessante e dura circa 30’. Ci viene spiegato come nel tempo ci sia stata quasi la volontà di cancellare il ricordo della presenza di una comunità ebraica a Lecce, lo testimonia il fatto che su questo sito di epoca medievale, dove sorgeva la giudecca, siano stati costruiti successivamente la basilica di S. Croce, l’adiacente Palazzo Adorno (ex Convento dei Celestini) e lo stesso palazzo Taurino. É veramente strana la sensazione che proviamo nel fare questo salto indietro nel tempo sotto la Lecce barocca, quella che tutti maggiormente conosciamo. Al termine della visita è possibile gustare un caffè ed alcuni prodotti tipici del territorio al bar/book shop posto all’entrata.
Ritorno alla Basilica di Santa Croce
Meravigliosa anche all'interno
Dato che siamo nuovamente accanto alla Basilica di Santa Croce approfittiamo per visitare l’interno della stessa (non visto al mattino). Anche in questo caso non si può non rimanere incantati davanti al tripudio del barocco leccese che esplode nella sequenza dei 17 altari laterali e nell’altare maggiore. Durante la visita è possibile vedere altre opere degne di nota come il monumento funebre all’abate del Convento dei Celestini, i due dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino e la Visitazione di Maria ad Elisabetta, l’altare di S. Francesco di Paola. Un consiglio: questo è uno di quei luoghi dove è bene fare silenzio affinché la bellezza possa parlare al cuore di chi la contempla.
Shopping in bottega
Sua maestà la cartapesta
In zona S. Croce ci sono diverse botteghe di artigiani della cartapesta che espongono i loro manufatti, tradizionali e non. Proprio di fronte alla basilica una piccola bottega ci incuriosisce, quella di Carmen Rampino. Entriamo e siamo subito colpite dall’originalità delle decine di monili di vario genere realizzati a mano con questa tecnica. Non possiamo fare a meno di portare via un ricordo della giornata proprio da lì ed acquistiamo un anello e degli orecchini.
Liberrima
Libri e non solo
Quando si passeggia nel centro storico di Lecce, gli amanti del binomio cibo e cultura non possono non fare tappa da Liberrima, che possiamo definire una libreria diffusa nei pressi della chiesa di S. Irene, su Corte dei Cicala. Gustoliberrima propone libri sulla cultura enogastronomica salentina e pugliese accanto a prodotti tipici di aziende locali, tra cui molti vini, pasta, olio, conserve, sottoli, ecc.; è sicuramente il posto giusto dove fare piccoli e gustosi acquisti e dove trovare tante idee regalo originali. Sulla piazzetta, collocata di fronte, troviamo la libreria Liberrima e il ristorante-caffè All’ombra del barocco, un luogo molto accogliente e caratteristico dove è possibile sorseggiare un caffè ma anche del buon vino e dove è possibile anche mangiare.
Chiesa di S. Irene
Un'altra meraviglia del barocco
A due passi dalla libreria non possiamo non andare a visitare un’altra meraviglia del barocco leccese: la chiesa di S. Irene. S. Irene patrona di Lecce sino al 1656 poi sostituita da S. Oronzo. Un altro luogo di silenzio dove la pietra leccese parla attraverso le infinite forme assunte grazie all’opera degli scalpellini barocchi. I vari altari presenti lungo i lati della chiesa risplendono nel loro candore (probabilmente anche grazie a restauri abbastanza recenti) e rimaniamo lì incantate ad ammirare gli effetti di chiaroscuro creati dal sole sulle superfici decorate delle colonne tortili (colonne attorcigliate su se stesse tipiche del barocco). In sequenza, partendo dal lato destro, le cappelle e poi gli altari sono dedicati a S. Carlo Borromeo, l’Arcangelo Michele, le Anime del Purgatorio, l’Angelo Custode, S. Gaetano da Tiene (dove è presente uno degli altari più maestosi), S. Andrea Avellino (particolare per l’esuberanza del barocco), S. Oronzo (dove è possibile ammirare una delle ultime opere di Francesco Antonio Zimbalo, l’artista simbolo del barocco leccese), poi ancora S. Irene (che contiene nove busti di santi con le rispettive reliquie e, in alto, la statua di S. Irene sormontata dallo stemma civico di Lecce), la Sacra Famiglia, la Vergine del Buon Consiglio, il Crocifisso e S. Stefano.
La chiesa ha un passato storico importante, nel 1797 venne visitata dal re Ferdinando IV di Borbone e nel 1860 ospitò le operazioni di plebiscito per decidere il sì della città ad entrare nel Regno d’Italia.
P.S. A poca distanza da S. Irene è possibile ammirare la meravigliosa Cattedrale di Lecce e la sua meravigliosa piazza. Pur non avendola visitata per motivi di tempo non possiamo non segnalarvela. In realtà Lecce ha tantissimo da offrire ma in questo tour abbiamo cercato di dedicare del tempo anche a tappe meno scontate.
Roséxpo al castello Carlo V
Salone internazionale dei vini rosati
Ore 18.15, totalmente appagate da quanto visto sin dal mattino, il tour giunge al suo culmine, insomma, andiamo ad incontrare i meravigliosi vini rosati! Ci dirigiamo presso il Castello Carlo V, sede del Roséxpo. Il castello ospita anche il Museo della cartapesta quindi, per chi volesse, suggeriamo di visitarlo.
Ma cos’è nel dettaglio il Roséxpo?
È un evento che offre un mix di musica, fotografia, libri, food e un mondo di vini rosati. Arte, cultura e gastronomia vengono serviti nella cornice del Castello Carlo V per raccontare, con degustazioni e masterclass, il valore della produzione rosé di Puglia, Italia ed estero.
Bene, procediamo! Acquistiamo i ticket per le 7 degustazioni dei rosati ed entriamo nel cortile dove attendiamo il taglio del nastro. I volti, i sorrisi, gli abbracci, i tacchi vertiginosi, sono quelli di una Puglia solare e godereccia che ama la propria terra e i propri prodotti, come il vino. Non indossiamo proprio i tacchi a spillo ma sul godereccio ci siamo! In attesa del taglio ufficiale un gruppo folkloristico ci delizia con la pizzica salentina, giusto per ricordarci che siamo in Puglia! Il nastro viene tagliato e i banchi degustazione al primo piano si animano di calici splendenti, di mani tese verso i sommelier in attesa che il vino venga versato. Da questo momento comincia il nostro valzer lungo i tavoli, da un rosato all’altro, da un sapore all’altro, da un bouquet di profumi all’altro. Solo un’esperienza come questa può far comprendere come sotto la denominazione di rosato ci possa essere una tale diversità tra un vino e l’altro da rimanere a volte veramente stupiti. Ovviamente le cantine pugliesi sono quelle a cui dedichiamo la maggiore attenzione ma non ci facciamo mancare qualche salto più in là (Abruzzo, Cile).
Tra i vini pugliesi assaggiamo un medagliato d’argento come Nausica IGT del Salento di Cardone, Negroamaro del 2015 ed un altro IGT del Salento Calafuria di Cantine Tormaresca, Negroamaro del 2015.
Nel cortile del castello c’è molto movimento ed assistiamo anche alla presentazione di un romanzo della giornalista, blogger e scrittrice Francesca Negri (Tutta colpa di un Ruinart Rose). C’è anche tempo per dare uno sguardo alla mostra fotografica denominata “Come nasce un vino rosato” ed infine, per concludere simpaticamente la giornata, ci concediamo un sushi pugliese totalmente vegetariano.
Discretamente sobrie ma soddisfatte e con il calice appeso al nostro collo, decidiamo di lasciare il castello per tornare alla nostra auto attraversando nuovamente il centro storico ora in veste serale, allegra e sorridente grazie anche alla presenza di molti turisti.
Cosa ci portiamo a casa

Informazioni utili
INFO PARCHEGGIO: In zona è presente un parcheggio a pagamento per auto e bus con servizio navetta (?) ma è possibile parcheggiare in zone libere (non lontani a piedi dal centro) così come abbiamo fatto noi: girate a destra della seconda rotatoria che è all’entrata della città, immettendovi su V.le dell’Università e girate ancora a destra alla prima traversa che porta verso il cimitero.
BROS: www.brosrestaurant.it – via Acaja, 2 - 0832.092601 - All’atto della prenotazione ci chiedono info su eventuali intolleranze alimentari (importante!)
CAFFÈ ALVINO: Piazza Sant’Oronzo, 30 – www.catamo.it/showroom/caffè-alvino
PALAZZO TAURINO – MEDIEVAL JEWISH LECCE: Al momento della nostra visita le info acquisite sono quelle già riferite nel racconto sui ticket, in più ci è stato comunicato che l’orario di apertura è continuato. Sul sito ufficiale www.palazzotaurino.com vi sono informazioni più complete riguardo a costi e orari.
BASILICA DI SANTA CROCE: Per orari di apertura della basilica visita www.turismo.ilecce.it/orari-sante-messe/ Attualmente la facciata della basilica è interessata da importanti restauri che dureranno due anni ed è coperta da un telone sul quale la stessa è riprodotta fedelmente. Dal 10 aprile 2017 è possibile effettuare delle visite guidate sulle impalcature che fiancheggiano la facciata grazie ad un ascensore appositamente allestito. Le visite gratuite, della durata di 20 minuti, sono prenotabili tramite il sito web www.restaurosantacrocelecce.it o negli info point turistici di Lecce.
LIBERRIMA: Tutti e tre gli esercizi hanno orario di apertura continuato - www.liberrima.it
CASTELLO CARLO V E MUSEO DELLA CARTAPESTA: Info e orari: www.castellocarlov.it/orari-e-biglietti
ROSÉXPO: Per info sulle varie edizioni visita www.rosexpo.it
IAT LECCE: (Infopoint accoglienza turistica): piazza Sant’Oronzo (presso il Sedile) – 0832.242099 – infopointlecce@gmail.com

Vaghe citazioni
LECCE - Poesia tratta da "Tutte le poesie" Vittorio Bodini
LECCE
Biancamente dorato
è il cielo dove
sui cornicioni corrono
angeli dalle dolci mammelle,
guerrieri saraceni e asini dotti
con le ricche gorgiere.
Un frenetico gioco
dell'anima che ha paura
del tempo,
moltiplica figure,
si difende da un cielo troppo chiaro.
Un'aria d'oro
mite e senza fretta
s'intrattiene in quel regno
d'ingranaggi inservibili fra cui
il seme della noia
schiude i suoi fiori arcignamente arguti
e come per scommessa
un carnevale di pietra
simula in mille guise l'infinito.
