Le tappe
I PÀSTINI
La sapienza delle tradizioni
Siamo in auto dirette verso l’agro di Locorotondo dove ci aspetta uno dei proprietari dell’azienda vitivinicola I PÀSTINI, per una visita guidata e ovviamente per degustare i vini. Quale modo migliore per riscaldarsi un po’?
Per raggiungere l’azienda percorriamo la strada che da Martina Franca (circonvallazione) porta a Locorotondo e, seguendo la mappa, alle 10.00 arriviamo alla nostra destinazione nella Str.da Cupa-Rampone Zona A che si trova a circa 4 km prima di Locorotondo.
L’azienda I PÀSTINI deve il suo nome a “u pastìn’”, l’antico attrezzo utilizzato per praticare a mano piccoli fori nella terra di pietra di questa zona per poi piantare le barbatelle di Verdeca, Bianco d’Alessano e Minutolo, vitigni autoctoni che l’azienda vuole recuperare e valorizzare (http://www.ipastini.it/it/page/18-storia.html)
La produzione dei vini è essenzialmente biologica dalle tecniche di coltivazione alla vendemmia eseguita esclusivamente a mano, limitando l’uso di additivi chimici. In testa ai filari di vite apprezziamo i cespugli di rose, efficace aiuto per la difesa della vite dalle malattie più comuni che ne inficerebbero poi la crescita. Insieme alla mascotte dell’azienda (un gatto) visitiamo l’antica masseria a trulli che si trova accanto alla zona di produzione. La struttura è pressoché intatta, le sue chianche (pietre) parlano di storia, di lavoro nei campi, di tradizioni.
Non andiamo via senza aver chiesto spiegazioni riguardo l’adozione dei vigneti, una iniziativa che permette a chiunque di acquistare per un anno parte dei filari di un vitigno a scelta, diventando testimoni della nascita del proprio vino.
La cosa che più ci entusiasma è che l’adozione permette di partecipare attivamente alle fasi di lavorazione della vigna, alla vendemmia e di visitare la cantina e monitorare le vasi della vinificazione, oltre che ricevere a casa il “proprio” vino imbottigliato!
LA DEGUSTAZIONE
I profumi della Valle d'Itria
Ci muoviamo verso Locorotondo dove degustiamo i vini presso la piccola sala chiamata “Cantico dei Calici” (che presto si sposterà in azienda) dove sembra che i calici aspettino solo noi! Iniziamo con uno spumante Brut 100% vitigno verdeca (metodo charmat), “Antico” Locorotondo (60% verdeca, 35% Bianco di Alessano, 5% Minutolo), “Faraone” (verdeca 100%), “Rampone” (100% minutolo), “Arpago” (100% primitivo tarantino). Vini che possono accompagnare piatti di ogni tipo, dal pesce alla cacciagione e che raccontano al palato i terreni della valle d’Itria: sapidità poco accentuata, morbidezza ed equilibrio, ricca struttura e aromaticità.
Durante la degustazione scopriamo alcune curiosità sui vitigni. Il Minutolo, o moscatellina, è stato introdotto nella seconda metà dell’800 ma riscoperto di recente in Valle D’Itria per le sue note aromatiche di bergamotto, pesca e altri fiori bianchi, e caratteristico per gli acini molto piccoli e fragili. Il Susumaniello, vitigno autoctono del brindisino, che deve il suo nome al “cuccianiell’”, piccolo asino (ciuccio), indicando la sua abbondante produttività tanto da caricarsi in età giovane di molti grappoli come se fosse un asinello, da qui susumaniello: come diciamo noi da queste parti “s’ caric propri a ciucc’!”.
Le sei degustazioni non ci “disorientano”, alla fine siamo sicure su cosa acquistare e portare a casa: VERSO SUD, il RAMPONE e l’Arpago (http://www.ipastini.it/it/page/3-i-nostri-vini.html).
CHIESA DI S.GIORGIO
La chiesa madre di Locorotondo
Dopo un’ora e mezza circa cominciamo il nostro tour a Locorotondo prima di andare a pranzo.
Visitiamo la Chiesa Madre dedicata a S. Giorgio, il santo patrono. L’edificio attuale è l’ultimo edificato in quel luogo in onore del santo ed è stato costruito tra il 1790 e il 1825. All’esterno una facciata in stile neoclassico, all’interno alcuni elementi di pregio come gli altari barocchi di manifattura napoletana, la Cappella del Sacramento dove è esposta la Bibbia Pauperum, una serie di 42 bassorilievi cinquecenteschi che riproduce scene bibliche. Destano il nostro interesse anche alcune tele, L’ultima cena e il San Giorgio del 1841 dipinte dal pittore napoletano Gennaro Maldarelli e la Madonna del Rosario del 1769 del pittore martinese Francesco De Mauro.
CHIESA DI S.NICOLA
La chiesa a cummersa
A due passi dalla Chiesa Madre sappiamo che c’è un piccolo gioiello chiamato Chiesa di S. Nicola, reso ancora più bello dai recenti restauri. Questa chiesetta incastrata tra le abitazioni ripropone il modello delle chiese rurali diffuse nella Murgia dei Trulli (dal Basso Medioevo fino all’Ottocento), presenti nelle masserie e nelle contrade ad uso del contado. La facciata semplicissima presenta soltanto un oculo ed un campanile a vela, ma quando entriamo al suo interno il piccolo scrigno si svela con un colpo d’occhio di affreschi dai colori vivaci. Il soffitto a volta a botte mostra Angeli Musicanti sospesi nel cielo, i sotto volta le Storie di S. Nicola ed alcuni suoi miracoli, la volta della cupola un Eterno Benedicente con angioletti volanti e i pennacchi della volta i Quattro Evangelisti. Questa chiesetta è tenuta sempre aperta anche nel pomeriggio e merita assolutamente una visita!
CHIESA MADONNA DELLA GRECA
Il culto e la storia
Non lontano dalla Chiesa Madre giungiamo alla chiesa più antica di Locorotondo, quella della Madonna della Greca. Anche questa costruita più volte, mostra l’impianto attuale che è del XV secolo edificato su ordine di Pirro Orsini del Balzo, principe di Taranto, sul luogo dove era già presente una grotta che custodiva un’immagine della Madonna. La struttura è di tipo gotico. Alcune opere scultoree del XVI secolo impreziosiscono l’interno della chiesa: un polittico d’altare con la Madonna delle Rose, S. Lucia, S. Pietro, S. Paolo e S. Oronzo ed un altorilievo con S. Giorgio e il drago. Accanto al S. Giorgio vediamo una statua di un nobile uomo inginocchiato (probabilmente Pirro Orsini) mentre sul lato destro della chiesa vediamo una statua in pietra della Madonna delle Grazie ed i frammenti di un antico affresco con l’immagine di una Madonna col Bambino. Uscendo ci fermiamo ad ammirare lo splendido rosone intarsiato che sostituisce quello originario andato distrutto, copia pregevole del 1981 fatta dal maestro locorotondese Domenico Rosato sul modello di quello della cattedrale di Acquaviva delle Fonti (BA).
A PRANZO DA “BINA”
La tradizione in un piatto
La passeggiata tra le chiese di Locorotondo e la temperatura invernale ci preparano “a dovere” per l’ora di pranzo. Il languorino e i profumi che provengono dai vicoli che stiamo percorrendo ed ammirando, ci accompagnano verso il ristorante “Bina” http://www.binaristorante.it/it/home/ . Scesi gli scalini, veniamo accolte da un ambiente reso caldo e rustico dalle volte a crociera in pietra, il cui delicato colore viene esaltato da lumi bianchi ed altri punti luce sapientemente distribuiti. Il locale è all’interno di una struttura del ‘700 e presenta anche un angolo barbecue dove c’è un caminetto restaurato. Decidiamo di ordinare à la carte anche se il menù permette di scegliere l’opzione “Dalla tradizione” o quella “Degustazione”. Con la prima è possibile soprattutto assaggiare piatti come il purè di fave con cicorie, le orecchiette con il ragù di braciole d’asino o gli straccetti di trippa alla casalinga con scaglie di pecorino. Con la seconda è possibile scegliere vari percorsi di degustazione: Il vegetariano della valle d’Itria, La passeggiata in masseria: tra i campi ed i profumi, Dai presidi sloow food con un tocco di originalità. Prima dell’antipasto ci vengono servite delle sfiziosissime polpettine calde di ricotta, pecorino e menta. A seguire il “Piatto Gourmet” ci delizia con i sapori della nostra terra: capocollo di Martina Franca (presidio slow-food), soppressata locale dolce e piccante, caciocavallo podolico e pecorino canestrato, bocconcini di baccalà in tempura, flan di porro e flan di zucchine ed infine un’ottima burratina su crostone di pane di Altamura e confettura di fichi. Proseguiamo con i primi e accompagniamo il tutto con un buon vino rosato “NAUSICA” Salento IGP Rosé da uve di Negroamaro - Cantine Cardone di Locorotondo. Rimaniamo incantate dal perfetto contrasto tra il rosa del vino pugliese nel nostro calice e il colore del muro in pietra che costeggia il tavolo. Al termine del pranzo continuiamo a chiacchierare sorseggiando un bicchierino di limoncello, rigorosamente fatto in casa. Soddisfatte, siamo pronte per la passeggiata nel dedalo di vicoli e lungo l’affaccio panoramico sulla Valle d’Itria.
CAFFE’ AL BAR DELLA VILLA
Un caffè nel passato
Prima della passeggiata post pranzo ci incuriosisce il bar storico in piazza Vittorio Emanuele immediatamente dopo l’arco, il Caffè della Villa. La piazza ottocentesca è piccolina e caratteristica e sul suo pavimento campeggia lo stemma della città. Il bar ben si inserisce in questo contesto ed offre sia una saletta interna che tavolini all’esterno ma, viste le temperature, preferiamo gustare un ottimo caffè all’interno!
TRA VICOLI E CUMMERSE
Alla scoperta del locus rotundus
La mattina è stata un po’ grigia, ma nel pomeriggio qualche raggio di sole che cala sull’orizzonte si riflette sulle facciate bianche delle case a cummersa di Locorotondo. Il nucleo storico di questo locus rotundus è di forma circolare e le case ricoperte in calce bianca sono distribuite per linee concentriche attorno alla Chiesa Madre. “Cummerse” sono i tipici tetti, alti e aguzzi, ricoperti di pietre calcaree .
Affacciarsi da via Nardelli, la strada panoramica che ruota attorno al centro storico immediatamente raggiungibile dalla piazza principale, ci dà una sensazione di pace facendoci sentire immerse in uno dei luoghi simbolo della Puglia. La Valle d’Itria si mostra ordinata con i suoi orti, le case bianche, gli ulivi, i trulli. Insomma un’immagine da cartolina al tramonto! (vedi foto)
Altrettanto fascino ritroviamo nei vicoli interni, dove è piacevole perdersi alla ricerca di sempre nuovi scorci fra strade lastricate, muri in calce, archi, balconcini, ripide scalette, vasi con fiori e piante. Da non perdere è la facciata di Palazzo Morelli sulla quale campeggia il bellissimo portale barocco in pietra scolpita e i balconcini chiusi da ringhiere in ferro battuto spanciato, splendidamente adornati da vasi fioriti.
I VICOLI DI CISTERNINO E LA TRADIZIONE DEL FORNELLO PRONTO
La tradizione del fornello pronto
Per concludere degnamente il mini tour nella Valle d’Itria prendiamo l’auto e ci spostiamo a qualche chilometro (circa 10 km), nel comune di Cisternino (BR). Anche questo magnifico borgo meriterebbe una visita accurata (che ci ripromettiamo di proporvi in un altro tour), ma in questo caso vogliamo semplicemente farci coccolare da una passeggiata nel suo centro storico che ripropone caratteristiche simili a quelle di Locorotondo. Quando il clima è più mite Cisternino pullula di visitatori che ne apprezzano il suo fascino e le sue prelibatezze, una su tutte la carne al fornello. Il centro storico offre in ogni angolo un “fornello pronto” secondo l’antica tradizione, tipica della Murgia, che consiste nel recarsi dal proprio macellaio di fiducia per scegliere la carne da cuocere “al fornello” (tecnica di cottura diversa da quella alla brace) e da consumare direttamente sul posto o a casa. Questo rituale goloso attrae tantissima gente alla conquista di bombette, fagottini di capocollo di maiale, impanati e non (e la scelta è fondamentale!) ripieni di formaggio pecorino, prezzemolo, sale e pepe, gnumredd o gnmmriedd (dal latino “glomu, glomeris” da cui l’antico “gnomerru” cioè gomitolo, batuffolo) piccoli bocconi fatti con ritagli di frattaglie o fegato di agnello intorno al quale è legato un budellino dello stesso animale accuratamente pulito, e poi ancora agnello, maiale, vitello al forno e marro, un grosso involtino di interiora di agnello (condite con pecorino, prezzemolo e aglio) avvolto nella reticella dell’agnello stesso e legato con le budella. Vi siete impressionati!? Ne riparliamo quando avrete assaggiato queste divine prelibatezze!
CHIESA MADRE DI S.NICOLA PATARA
Scrigno del Rinascimento pugliese
Siamo al 4 gennaio, dopo i bagordi di fine anno, quindi del brulicare di gente e dell’assalto ai fornelli immaginiamo soltanto l’eco..ci ritorneremo nella “bella stagione” magari per apprezzarne anche noi il gusto! Entriamo subito nella Chiesa Matrice dedicata a S. Nicola Patara, che all’esterno mostra una facciata neoclassica mentre all’interno conserva la struttura e l’aspetto medievale con le sue navate divise da colonne con capitelli in pietra. Sulla destra due cappelle di cui la prima è quella del Rosario e mostra una scultura della Imago pietatis attribuita alla scuola di Stefano da Putignano. Ma è soprattutto sul muro che congiunge le due cappelle che vediamo quella che viene considerata la più prestigiosa scultura del Rinascimento pugliese: la Madonna con Bambino e Offerenti detta anche Madonna del Cardellino del 1517.
PIAZZA VITTORIO EMANUELE
Crocevia del centro storico
Lungo la nostra passeggiata nella quiete di Cisternino incontriamo p.zza Vittorio Emanuele, uno dei luoghi simbolo della cittadina posto tra c.so Umberto e la piccola ma suggestiva chiesa di S. Lucia. Da questa piazza si diramano vari vicoli che si addentrano nelle zone più nascoste del centro storico, creando un contesto che si anima in modo particolare nel periodo estivo, culmine della movida del paese.
Continuiamo incuriosite ad addentrarci nei vicoli silenziosi fino a che ci colpisce un piccolissimo negozio di manufatti in terracotta prodotti da una giovane ceramista. Vale la pena entrare! Mentre ammiriamo le sue creazione ci piace ascoltare la sua storia fatta di passione per l’arte e di entusiasmo per questo lavoro da artigiana. Miriam incuriosita da un oggetto decide di acquistarlo per la sua collezione: un piccolo vaso ricavato dallo stampo del fuscello della ricotta (cestello forato di forma tronco conica) decorato successivamente, seguendo un particolare procedimento, con una miscela di acqua e farina. Insomma un oggetto che parla di Puglia! Prima di andare via, l’aria è decisamente freddina, quindi ci concediamo una pausa tisana presso la Cremeria History Vignola, in via San Quirico, sulla piccola terrazza che si affaccia sulla valle D’Itria che, d’estate, vi darà la possibilità di sorseggiare un fresco cocktail guardando un panorama mozzafiato!
Cosa ci portiamo a casa

Informazioni utili
I PASTINI: www.ipastini.it – 080.4313309
PRO LOCO DI LOCOROTONDO: p.zza Vittorio Emanuele, 27 – tel. 080.4313099 – https://www.facebook.com/Proloco-Locorotondo-515176671850548/
RISTORANTE BINA: via Dottor Recchia, 44-50 – tel. 080.4311784
FOGGIATI D’ARTE – Ceramista Anna Secondo: c.so Umberto, 69 – cell. 334.2158519

Vaghe citazioni

UN POPOLO DI FORMICHE - Tommaso Fiore
Mi chiederai come ha fatto tanta gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la murgia più aspra e sassosa; […] per ridurla a coltivazione, non ci voleva meno che la laboriosità d’un popolo di formiche.
(a cura di Miriam Putignano - Libreria Gilgamesh, Taranto)
